lunedì 11 giugno 2012

Esref Armagan e la visione tattile


A volte uno sguardo parla, un profumo si assapora...e a volte una mano vede.
Mani e dita per percepire e vedere la realtà, per poi raffigurarla.




Questo è Esref Armagan, pittore turco: cieco sin dalla nascita, eppure dipinge attraverso il suo particolare modo di trasferire l'anima sulla punta delle dita per poi passarla al foglio, accarezzandolo coi colori.


Disegna con le mani e adopera soprattutto colori ad olio. Ha iniziato per gioco, da bambino, incidendo con un chiodo degli scatoloni che gli portava il padre al ritorno dal lavoro. Provando e giocando, ha elaborato un sistema per poter imparare cosa sono i colori, classificandoli e ordinandoli in modo che per lui fosse possibile usarli nel modo voluto, stenderli e ottenere un risultato verosimile rispetto alla realtà che lui percepiva sempre attraverso le mani e le dita.


Per cominciare, utilizza una stilo Braille con cui traccia i contorni poiché necessita di avere una percezione tattile del suo disegno, di sentirlo con il suo sguardo manuale. Per lavorare ha bisogno di tranquillità assoluta e, quando parte, è completamente dentro all'opera e al suo mondo.. Per questo, in una intervista, egli stesso ha dichiarato:


“Quando disegno il mare mi chiedo se non sia il caso di indossare un giubetto di salvataggio per non affogare”.

Quello che affascina, oltre alla capacità di disegnare, è l'estrema verosimiglianza nel rendere il chiaroscuro e la prospettiva, di cui (essendo cieco dalla nascita) non ha mai avuto esperienza...o per lo meno, non nel senso comunemente inteso.
Ciò lo ha reso (ahimé!) protagonista di uno studio della percezione umana, condotto dallo psicologo John Kennedy dell’università di Toronto, nonché di studi da parte del team neurologico dell'Università di Harvard. Per le loro analisi però, vi rimando al link di YOUng - libera informazione. Per quanto mi riguarda, comprendo la curiosità da parte della scienza, tuttavia mi intristisce vedere come un uomo che cerca di esprimersi, di vedere e far vedere quello che sente, non venga semplicemente ascoltatovissuto, ma immediatamente studiato come un caso clinico. Un po meno analisi e un po più capacità di meravigliarsi non farebbe male all'uomo contemporaneo..

La sua spiegazione, più pura e ingenua ma al contempo molto più umana:

“Non posso essere definito cieco, le mie dita vedono più lontano di tanti occhi!"


Vi lascio semplicemente a un video, in cui potete vederlo mentre dipinge:


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